lunedì 8 marzo 2010

Prima Donna

Non è proprio così. Non succede che un giorno ti svegli e ti accorgi di essere diventata donna. Che poi dovrei dire femmina. Però posso dire di avere il chiaro ricordo della prima volta che mi sono sentita tale. Femmina! Insomma, quando senti che gli uomini di qualsiasi età, colore, dimensione, sesso ti vedono con occhi diversi.
Mia madre è sempre stata una che i tacchi proprio no. E io passavo delle mezz'ore a rovistare nella scarpiera della sua amica che invece i tacchi li usava e pure a spillo! In effetti usava anche biancheria intima di pizzo nero, gioielli, calze velate ma a me non interessavano tutte quelle cose lì, a me piaceva indossare le sue scarpe di quattro numeri più grandi e camminarci dentro, avanti e indietro, in bagno. Adoravo che il tic-tic-tic fossi io a "suonarlo" e poi mi piaceva passeggiare sul tappetino (di quelli piuttosto vaporosi che si usavano negli anni ottanta) e osservare l'impronta piccola e circolare del tacco assorbirsi subito dopo il mio passaggio. Ma era un imitazione, la buffa imitazione che una bambina può fare di una donna. Invece, quel pomeriggio era diverso.
Maggio inoltrato, indossavo una gonnellina corta ma non troppissimo, morbida, di un tessuto leggero, bianca con dei piccoli fiori blu.
Mi scivolava appena sotto la vita, si fermava sui fianchi. Camminavo a passo svelto e percepivo che mi sfiorava un fianco e poi l'altro, alternatamente, scoprendo ad ogni passo qualche centimetro di pelle a destra o a sinistra. Ho rallentato e enfatizzato il movimento dell'anca, non perché così mi sentissi più femminile ma semplicemente perché mi piaceva la sensazione che la cintura della gonna procurava massaggiandomi la pelle, quasi solletico. E' stato in quel momento che ho iniziato a sorridere, involontariamente in modo malizioso, ed ho avuto la visione di me "da fuori" attraverso gli sguardi delle poche persone che ho incrociato.
Non stavo imitando nessuno, non stavo nemmeno interpretando. Tutt'a un tratto ero femmina e sapevo che, da allora, lo sarei stata ogni volta lo avessi desiderato.
Poi, sì certo, ho imparato a rammendare... ;-)

P.S. Quel giorno in cui qualsiasi donna potrà condividere liberamente momenti leggeri come questo ché tutti i cazzo di problemi saranno risolti o a buon punto e tutti quegli schifosi pregiudizi culturali saranno superati, bè, quel giorno, sarà una vera festa.
Fino ad allora, scusate se non sempre accetto le vostre mimose: è che forse ho le mani impegnate.
A rimboccarmi le maniche, cazzo avete capito...
Zucconi! :)

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